domenica 28 febbraio 2010

Recensione Zio Petros e la congettura di Goldbach di Apostolos Doxiadis

Pubblicato da HydraRock alle 01:04 0 commenti
Scritto da Teresa
Zio Petros e la congettura di Goldbach e' un piccolo libretto che descrive le bizzarrie di un uomo, zio Petros, che sta cercando di risolvere la congettura di Golbach con un suo personalissimo approccio. Si legge tutto d'un fiato e lascia una bella sensazione insieme ad un soave sorriso.


Descrizione da Math.it

"Una congettura matematica irrisolta, un genio matematico diventato pazzo nel tentativo di risolverla, una complicata relazione con un nipote appassionato di matematica, un'acuta osservazione dell'animo umano."

Nel 1742 il matematico Christian Goldbach, tutore del figlio dello Zar, formulò una congettura secondo la quale ogni numero pari maggiore di due sarebbe la somma di due numeri primi.
Ma nel corso della sua vita Goldbach non poté trovare una dimostrazione efficace della sua intuizione; sebbene questa risultasse valida per ogni numero sottoposto a verifica, Goldbach non riuscì a formulare una regola generale e astratta che coprisse I'infinità dei casi possibili. Così, per oltre duecentocinquanta anni, la sua congettura è rimasta tale. Fino a che zio Petros non si è messo in testa che proprio lui sarebbe riuscito a dimostrare che Goldbach aveva ragione. Disprezzato dai parenti, considerato poco più di un inetto, zio Petros è un uomo che agli occhi di tutti quelli che lo conoscono ha sprecato la sua vita, dedicandosi per decenni alla poco redditizia ricerca della soluzione della congettura, azzerando la sua vita personale, rinunciando perfino all'amore. Solo suo nipote, come lui appassionato di matematica, e incuriosito dalla figura di quello strano zio, solitario, silenzioso, a tratti burbero, sommerso dalle sue carte. E sarà proprio il nipote, attraverso la comune passione per la scienza matematica, a condividere l'ossessione per la soluzione della congettura, e a scoprire il mistero della vita dello zio e la storia del suo perduto amore. Un romanzo straordinario, un thriller matematico in cui la ricerca della soluzione di un problema scientifico si sposa a una storia personale avvincente e carica di umanità. Un connubio inedito tra matematica e letteratura che è diventato un successo mondiale tradotto in venticinque lingue.

sabato 27 febbraio 2010

Recensione Shantaram di Roberts Gregory

Pubblicato da HydraRock alle 03:23 0 commenti
Scritto da Teresa
Shantaram è un libro di Roberts Gregory: e' uno dei migliori libri che io abbia letto negli ultimi anni, descrive il vagabondare di un uomo evaso da una prigione di massima sicurezza australiana che arriva in India, a Bombay, dove si arrangia alla men peggio e nel fratempo riscopre se stesso attraverso il continuo confronto con realta' differenti dalla sua dalle quali trae spunto per arricchirsi emotivamente.


Descrizione libro
Nel 1978, il giovane studente di filosofia e attivista politico Greg Roberts viene condannato a 19 anni di prigione per una serie di rapine a mano armata. È diventato eroinomane dopo la separazione dalla moglie e la morte della loro bambina. Ma gli anni che seguono vedranno Greg scappare da una prigione di massima sicurezza, vagare per anni per l'Australia come ricercato, vivere in nove paesi differenti, attraversarne quaranta, fare rapine, allestire a Bombay un ospedale per indigenti, recitare nei film di Bollywood, stringere relazioni con la mafia indiana, partire per due guerre, in Afghanistan e in Pakistan, tra le fila dei combattenti islamici, tornare in Australia a scontare la sua pena. E raccontare la sua vita in un romanzo epico di più di mille pagine.

mercoledì 24 febbraio 2010

L' ombra del vento di Ruiz Zafón Carlos

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Scritto da Rita:
ho letto di Zafon "L'ombra del vento"
E' un romanzone che vale la pena di leggere perchè è molto intrigante nella trama.


Descrizione del Libro
Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.

giovedì 18 febbraio 2010

Ti prendo e ti porto via di Ammaniti Niccolò

Pubblicato da HydraRock alle 02:48 0 commenti
Scritto da Andrea
Non vi dirò di preciso che parla, anche perché fino a un centinaio di pagine dalla fine non si capisce molto, è un intreccio di personaggi, alcuni principali e altri solo di passaggio, due i particolare sono i protagonisti il piccolo Pietro, bimbo di 12 anni, molto timido (che mi ricorda un pò me a quell'età) e Graziano Biglia, playboy e chitarrista da villaggi vacanza.
Due personaggi incastrati dalle loro disavventure, sfortune e amori.
Le loro storie si incrociano con flashback sempre più distanti fino a diventare uno scambio continuo e vicino.
Inizialmente ero anche molto tentanto di abbandonarne la lettura, ma man mano è cresciuta la curiosità per qualcosa che mi sembrava senza senso e il dover capire dove e come finisse la storia di questi personaggi, alla fine ieri sera sono stato risucchiato dal finale.
La fine è stata molto molto lontana dalle mie aspettative, che a metà libro sembravano aver preso una certa piega e poi cambiate all'improvviso.
A mio parere il libro è scritto bene, molto realista, e senza usare mezzi termini.
Pensando a un esempio per descriverlo e se lo dovessi rileggere, mi sono venuti in mente due film, "sleepers" e "la vita è bella", due film che mi sono piaciuti molto e di cui ho anche i DVD, ma che ho visto una sola, volta e che non trovo il coraggio di rivedere.
In generale lo consiglio


Descrizione
A Ischiano Scalo il mare c'è ma non si vede. E' un paesino di quattro case accanto a una laguna piena di zanzare. Il turismo lo evita perché d'estate s'infuoca come una graticola e d'inverno si gela. Questo è lo scenario nel quale si svolgono due storie d'amore tormentate. Ammaniti crea e dissolve coincidenze, è pronto a catturare gli aspetti più grotteschi e più sentimentali, più comici e inquietanti della realtà.

mercoledì 10 febbraio 2010

Il treno dell'ultima notte di Dacia Maraini

Pubblicato da HydraRock alle 13:46 0 commenti
Scritto da Rita:
Il treno dell'ultima notte: "Il treno dell'ultima notte" di Dacia Maraini, mi è piaciuto molto e l'ho letto in pochi giorni anche se è lungo.
è una bella storia.
Amara è una ragazza fiorentina che viaggia in treno alla ricerca di un giovane austriaco ebreo,Emanuele che aveva conosciuto ed amato quando erano bambini e viveva a Firenze.
Viaggia verso Auschwitz in Polonia perché dalle lettere sempre ricevute da Emanuele fino al 1943 sa che lui e la sua famiglia vivevano nel ghetto di Lodz e lei viene a sapere che quegli ebrei furono inviati nei campi di sterminio e forse ad Auschwitz . Lei è sicura di trovarlo ma ad Auschwitz ...non lo trova.
alla infine lo trova ,ma che storia.....A me è piaciuto molto anche perché l'ho letto mentre si ricordava....il giorno della memoria...il 27/01/2010.


Descrizione:
Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli. Emanuele ha sempre addosso un odore sottile di piedi sudati e ginocchia scortecciate, l'"odore dell'allegria". Emanuele si arrampica sui ciliegi e si butta a capofitto in bicicletta giù per strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere, e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l'inseparabile amica d'infanzia, attraversa l'Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Amara visita sgomenta ciò che resta del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta degli ungheresi, e trema con loro quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell'abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso.
 

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